Lesioni pigmentate
Lesioni pigmentate: un fastidioso inestetismo
Le lesioni pigmentate e, in particolare, le macchie senili, vengono solitamente considerate imperfezioni cosmetiche dalle stesse persone affette. Le macchie da invecchiamento colpiscono il 50% delle donne e il 20% degli uomini di età superiore ai 50 anni. I segni dell’invecchiamento sono sempre più spesso tollerati con fastidio: per questo sta crescendo anche la volontà di rimuoverli sottoponendosi a terapie finanziate privatamente.
Esistono varie tipologie di lesioni pigmentate che si differenziano fondamentalmente in termini di caratteristiche morfologiche e istologiche; per questo la valutazione e la possibile terapia vanno sempre affidate a medici con conoscenze specifiche.
Lesioni pigmentate benigne, come lentigo semplici, lentigo senili (macchie da invecchiamento e solari), macchie caffelatte e alcuni tipi di nei possono essere trattate in vari modi con dispositivi laser. I laser Q-Switchedemettono brevi impulsi di luce in nanosecondi che, grazie alla loro specifica lunghezza d’onda, vengono assorbiti selettivamente dalla melanina, il pigmento della pelle. Il trattamento laser in sé non è complesso e viene effettuato in ambulatorio con o senza un anestetico locale.
Scegliere la lunghezza d’onda giusta: un fattore decisivo per il successo del trattamento
La scelta del tipo di laser rappresenta un fattore decisivo in quanto i pigmenti di alcuni colori possono essere trattati particolarmente bene, mentre altri non reagiscono altrettanto positivamente al trattamento.
I laser a rubino, che lavorano nell’area del vicino infrarosso, hanno dimostrato di essere utilizzabili quasi universalmente. Grazie all’elevato assorbimento del fascio laser rubino da parte della melanina, il pigmento della pelle, questi strumenti sono particolarmente adatti per trattare lesioni pigmentate naturali. I pazienti solitamente tollerano il trattamento senza bisogno di anestesia; in caso di necessità, è possibile utilizzare un anestetico locale.
I laser Nd:YAG vengono assorbiti molto bene dai pigmenti più scuri: la loro lunghezza d’onda consente anche di effettuare il cosiddetto Carbon Peeling, una modalità particolare di trattamento di ringiovanimento.
La lunghezza d’onda della luce dei laser al rubino o Nd:YAG viene assorbita specificatamente dai colori dei pigmenti delle lesioni. L’energia viene quindi trasmessa frammentando le particelle colorate nel tessuto connettivo; queste particelle vengono poi degradate ed eliminate dall’epidermide e dal sistema linfatico. L’area della pelle sottoposta ad irraggiamento apparirà biancastra per i 10 – 20 minuti immediatamente successivi, quindi si formerà una sottile crosticina che si distaccherà circa 1 – 2 settimane dopo.
Le lesioni pigmentate possono essere trattate anche utilizzando laser ablativi. A questo riguardo è necessario distinguere fra “ablazione a freddo” con il laser Dermablate Erbium:YAG ad esempio, e la vaporizzazione con luce laser QuadroStarPRO green o yellow.
Terapia frazionata per trattamenti delicati
Tali lesioni possono essere trattate anche con laser frazionati. La terapia con laser frazionato Q-Switched è unica nel suo genere e consente di eseguire trattamenti su ampie aree cutanee, soprattutto del viso, assicurando massima sicurezza e comfort al paziente e minimizzando gli effetti collaterali. La terapia con laser frazionati consente, grazie alla suddivisione del fascio laser in diverse centinaia di raggi parziali, di trattare solo “frazioni” dell’epidermide, come in una griglia. Lo scopo è quello di riattivare il rinnovamento della pelle e la neocollagenogenesi accelerando contemporanemaente la guarigione della zona sottoposta al trattamento grazie alla presenza di aree non trattate al suo interno che facilitano la rigenerazione cellulare. Ció diminuisce significativamente il rischio di effetti collaterali ed aumenta efficacia e sicurezza del trattamento.
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